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Geo sito archeologico e naturalistico

 

Rocceré è un Geo sito archeologico e naturalistico in Valle Maira, Roccabruna in provincia di Cuneo.

Geologicamente il monte Rocceré risulta costituito da imponenti e spettacolari torrioni di macascisti-gnessiferi di età permo-carbonifera con frequenti pinnacoli e ampie balconate fra i quali si trovano intercalate lenti e lettini di quarzo; una importante idrovia porta l'acqua in quota creando ruscellamenti su alcuni massi.

 

Dopo la scoperta delle prime presunte coppelle, nel 1993 il sito viene censito nella carta archeologica del Piemonte, redatta dalla Soprintendenza in collaborazione con la Regione Piemonte.

Nel 2000/2002 vengono effettuate le prime perizie geologiche, che stabiliscono l'origine in prevalenza antropica delle circa 35000 coppelle presenti sul sito in una zona di tre chilometri quadrati da una quota minima di 1400 mslm fino ai 1829 mslm.

Si tratta di incavi a forma di coppa con un diametro che può variare fra i due cm ai 20 cm, si trovano a gruppi di centinaia su imponenti lastroni pianeggianti o leggermente inclinati, in altri casi composizioni di “coppe” vicine fra loro sembrano formare figure geometriche, simmetriche, analogie numeriche, concatenamenti arco-rettilinei e addirittura figure antropomorfe (?) incise da popolazioni preistoriche utilizzando rudimentali scalpelli di quarzo (?), vengono ipotizzate dagli studiosi anche numerose teorie riguardo allo scopo di tali “manufatti”: culti animisti, iniziatici divinatori, idromantici, taumaturgici, rituali alla fertilità, venerazione dell'acqua, culto del sole, contenitori sacrificali (?).

 

Nel 2016/17 alcuni Astrofisici e appassionati di archeo-astronomia ipotizzano rappresentazioni su roccia di mappe celesti o/e costellazioni con alcuni calcoli di probabilità presenti in letteratura.

Ruciré-Aut (Rocceré-Alto) è il toponimo con cui , nella parlata occitana di Roccabruna, i locali chiamano un particolare masso rotondo posto sulla sommità di una impressionante torre di 90 metri; un disco di dieci metri di diametro, quasi al centro di esso una canaletta a spacco naturale inizia con una “coppella” romboidale che ricorda una “vulva”, la canaletta lunga circa 200 cm termina sullo strapiombo con un'altra piccola “coppella” rotonda a base concava, l'allineamento estremamente preciso indica l'alba degli equinozi. Poco distante una serie di coppelle unite e molto abrase ricordano vagamente un fallo serpentiforme. Due leggende locali legate a questa particolare pietra parlano di antichi rituali e serpenti creando un’ala di mistero inerente a questo Masso Altare (?).

Nel 2013 una presunta pittura rupestre, scoperta in un particolare anfratto, con sembianze antropomorfe-cervide, viene presentata all'assemblea mondiale del IFRAO in New Mexico U.S.A.

 

Incredibili sono gli allineamenti solari come l'apertura naturale della spettacolare Roccias Fenestre che accoglie il tramonto del solstizio d'estate; un altro imponente masso sostenuto e rialzato da tre blocchi sottostanti si presenta con una forma triangolare di cui la cuspide punta esattamente l'alba del giorno più lungo dell'anno; mentre in una seconda finestra cade il sole al solstizio d'inverno e in una terza il tramonto degli equinozi.

Balmascura è un eccezionale riparo naturale che ha suscitato interesse da parte degli studiosi anche a causa di una importante e perenne sorgente al suo interno, nel 2016 alcuni sondaggi, scavi archeologici , in prossimità di questa grotta riportano alla luce le ceramiche dell'età del Bronzo/fine Rame, una punta di freccia in quarzo, un probabile raschiatoio e carboni, una importante prova della frequentazione del sito nel periodo 2000/2500 a.C.

All'ingresso della grotta troviamo “Il Trono del Ré” un anfratto a forma trapezioidale con due sedute da sempre chiamato dai locali “careo del ré” (sedile del rè), viene illuminato pienamente dall'alba del solstizio d'inverno.

 

Nel 2024 una nuova perizia geologica e archeologica ordinata dalla Soprintendenza del Piemonte valuta un'area delle coppelle presenti sul sito come fenomeni completamente naturali; secondo tale perizia la loro formazione risale probabilmente alla fase terminale del Ultimo Glaciale. Le coppelle/incavi si sarebbero formate naturalmente per causa del fenomeno detto di weathering pits o meglio a gnammas.

 

Al momento Rocceré viene quindi declassato da sito di arte rupestre, dalle recenti perizie supervisionate dalla Sovrintendenza, viene però altresì eletto a sito di rilevante importanza geologica/naturalistica.

Viene mantenuto “sito archeologico” grazie ai reperti ritrovati alla grotta di Balmascura e custoditi nei laboratori della soprintendenza archeologica del Piemonte.

Fra coppelle naturali, morfologia spettacolare del luogo, anfratti e grotte,presenza di acqua in quota, esposizione panoramica ,allineamenti “calendari solari”, il monte Rocceré contiene una serie di “casualità” naturali veramente sorprendenti, è molto probabile che tali elementi abbiano incuriosito anche alcune popolazioni preistoriche frequentando e divinizzando il sito come luogo sacro (frequentazione comprovata dai ritrovamenti) a cui le vere finalità rimangono tutt'ora misteriose.

 

Consapevoli che la verità in tasca non la possiede nessuno, gli studi e le ricerche su questo affascinante sito continuano dove geologi, archeologi e studiosi-scienziati competenti saranno sempre i benvenuti.

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Rocceré

RocceRé, le tappe più significative degli ultimi 50 anni
1976
La rivista Cuneo Provincia Granda pubblica un articolo che segnala la presenza di alcune coppelle sulla cima del monte, individuate durante una escursione da Roberto Isoardi, appassionato conoscitore del luogo (di cui viene definito il “custode”) e Luigi Massimo, esperto di storia e architettura alpina, autore dell’articolo.
1991
Riccardo Baldi, studioso di storia e preistoria, scopre l’esistenza del sito, con il ritrovamento delle prime 3.000 coppelle, altre incisioni, una figura antropomorfa unica nel suo genere, allineamenti. Due anni più tardi si ha la pubblicazione di tale scoperta sul Bollettino del Centro Studi di Pinerolo Survey, distribuito, poi, a svariati Centri Studi di arte rupestre in tutto il mondo. Lo stesso anno, nel 1993, il sito viene censito dalla Soprintendenza Archeologica nella Carta Archeologica della regione Piemonte.
2009
Inizia la valorizzazione del sito da parte del Comune di Roccabruna, la cui Amministrazione comincia a mostrare interesse e attenzione nei confronti di quest’area territoriale: si tiene una prima riunione ufficiale in merito nella sala consiliare alla presenza di Riccardo Baldi, Walter Isoardi e l’Amministrazione Comunale presieduta dal sindaco in carica, Claudio Garnero.
2010
Vengono effettuate nuove esplorazioni del sito da parte di Walter Isoardi, con la scoperta di ulteriori massi, denominati poi Massi Isoardi, dal nome dello scopritore, nonché di altre incisioni su massi nella zona di Roccias Fenestre, innalzando il numero delle incisioni stimate a 35.000
2012
La Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte richiede che il sito sia individuato e perimetrato come Area a rischio archeologico. I lavori di rilevamento cartografici, la creazione di un nuovo percorso per i visitatori, scavi archeologici e bandi di valorizzazione sono a carico dell’architetto Claudio Ellena.
2013
Il sito RocceRé viene ufficialmente presentato all’assemblea mondiale dell’IFRAO - International Federation of Rock Art Organizations (la più grande organizzazione di Arte Rupestre del mondo, cui partecipano 43 nazioni, presieduta dal dott. Robert G. Bednarik, archeologo di fama mondiale), in New Mexico, da parte del prof. Dario Seglie, Direttore del Centro Studi e Museo di Arte Preistorica di Pinerolo, col contributo di Riccardo Baldi e Jane Colbert, archeologa di New York, varcando così i confini nazionali e iniziando a intraprendere quello che si rivelerà un percorso di prestigio.
2015
Walter Isoardi approfondisce lo studio degli allineamenti e del calendario solare, con la scoperta sul Masso Altare di una canaletta coppellata orientata all’alba degli equinozi. Il fisico archeoastronomo Guido Cossard, visitando il sito, interpreta l’analogia tra alcune figure coppellate, individuate in loco, e possibili corrispondenti costellazioni. Lo studio si fa sempre più circostanziato e alle ricerche si uniscono anche il fisico Alberto Cora, che affianca spesso Isoardi nelle escursioni sul monte RocceRé, e il geologo Enrico Collo, che aveva già avviato studi sul campo precedentemente.
2016
I primi scavi archeologici del RocceRé con ritrovamenti di reperti  in ceramica che determinano la prova scientifica della datazione del sito all’Età del Bronzo.
2018
Si completa la scoperta del calendario solare con il ritrovamento da parte di Walter Isoardi di ulteriori allineamenti di coppelle e massi megalitici pseudo-Dolmen, naturali e antropici, orientati sia agli equinozi che al solstizio d’inverno e al solstizio d’estate
Si completa la scoperta del calendario solare con il ritrovamento da parte di Walter Isoardi di ulteriori allineamenti di coppelle e massi megalitici pseudo-Dolmen, naturali e antropici, orientati sia agli equinozi che al solstizio d’inverno e al solstizio d’estate
2024
Nel 2024 una nuova perizia geologica e archeologica ordinata dalla Soprintendenza del Piemonte valuta un'area delle coppelle presenti sul sito come fenomeni completamente naturali.
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