Area Archeologica
del RocceRé
Incisioni rupestri dell'età del bronzo.
Oltre 35.000 coppelle su circa 20.000 mq.
A Roccabruna in Valle Maira. (CN)
Un po' di storia
Il monte RocceRé ospita uno dei più importanti siti di arte rupestre dell’Età del Bronzo presenti in Italia, insieme a quelli della Valtellina e della Val Camonica (con oltre duecentomila incisioni, il più grande complesso di arte preistorica d’Europa).
Si tratta di un sito archeologico unico nel suo genere in Europa poiché, in un’area di circa 25.000 mq, sono state scoperte innumerevoli coppelle, ovvero incavi emisferici artificiali scavati nella roccia, il cui numero stimato ammonta attualmente a 35.000 unità.
Incisioni coppelliformi sono presenti, peraltro, in diverse parti del mondo: Giordania, Israele, isole Hawaii, Azerbaijan, Cile, Finlandia, Scozia, Spagna, Galizia, Italia (Sardegna e Piemonte in particolare).
Questa pratica, infatti, rappresenta un simbolismo comune a molti popoli che, nel passato, hanno eseguito delle incisioni con tecniche simili in svariati luoghi del globo. Tale singolare particolarità può essere spiegata grazie ai processi migratori: i primi flussi risalgono al Neolitico nel 7000 a.C. partendo da Siria, Iraq e Giordania fino a giungere, poi, in Europa.
Per comprendere questo fenomeno occorre, pertanto, fare un salto indietro nel tempo di almeno 5.000 anni.
Le coppelle
Quando si parla di incisioni rupestri si è portati comunemente a pensare ai graffiti preistorici, che sono solitamente presenti nelle grotte o su lastroni all’aperto e sono stati rinvenuti in svariate località sul nostro territorio e non solo, come in Val Camonica in Italia o nella Valle delle Meraviglie in Francia: graffiti cui fanno riferimento gli stessi libri di storia e di arte.
Esiste, però, tutto un altro filone, oggetto di studio da parte di archeologi e ricercatori, relativo a siti nei quali sono state ritrovate incisioni rupestri molto singolari, realizzate con una tecnica differente da quella propria dei graffiti: si tratta delle coppelle, incisioni semisferiche su roccia, delle quali sono stati documentati molteplici ritrovamenti nel mondo e la cui concentrazione sul Monte RocceRé è particolarmente significativa.
Il Masso Altare
Un grande masso a forma di disco, con sopra incisa una figura ad arco composta da sette grandi coppelle. Il masso, situato sulla sommità di uno spettacolare torrione in gneiss, con pareti a picco di circa 80-90 metri, poco distante l'incisione antropomorfa simbolo del RocceRé raffigurante un capo o sciamano.
Un'antica leggenda di Roccabruna, tramandata da padre in figlio, racconta che sul RocceRé in tempi molto lontani, venivano uccisi degli animali, lanciandoli da questi alti torrioni.
Il Trono del Re, la porta degli dei
Di dimensioni ragguardevoli, con una larghezza di circa un metro, un’altezza di due metri e una profondità di 60 cm.
La roccia di cui è composto si presenta molto stratificata e fessurata, per questo facilmente asportabile, rivelando la probabile origine antropica. Ribattezzato “trono” dagli studiosi, perché si presenta come sedile. La porta del Trono del Re appare incredibilmente simile ad altri due anfratti, presso i siti archeologici di Machu Picchu e Hayu Marca in Perù. Quest’ultimo è conosciuto come la Puerta de Hayu Marca o Porta degli Dei, ossia secondo la leggenda un vero e proprio portale di collegamento tra mondi.
Grotta di Balmascura
All'interno sgorga perenne una preziosa sorgente d'acqua. Davanti alla grotta, a circa 20 metri iniziano le maestose balconate incise di coppelle dei Massi Isoardi, sopra la grotta, numerose le coppelle incise.
Il secondo antropomorfo scoperto proprio nei pressi di questa grotta, fa supporre che la stessa, fu in quel lontano periodo l'abitazione dello (o degli) sciamano o sacerdote o "re" che si susseguirono in questi luoghi e che molto probabilmente furono gli artefici di quelle tante coppelle e figure presenti nel sito.
Calendario solare
Presenza di ben sette allineamenti da parte di canalette coppellate, di rocce forate a finestra e di massi posizionati quali indicatori, tutti orientati esattamente o con una imprecisione minima a equinozi e solstizi, ossia albe e tramonti.
Sono stati studiati dai ricercatori molti casi simili nel mondo, da Stonehenge in Inghilterra, ad alcune piramidi, all’isola di Malta, al cromlech del Piccolo S. Bernardo e altri ancora.
Sul RocceRé sono stati rintracciati allineamenti molto simili, ma per un certo verso molto particolari: enigmatico appare il fatto che in alcuni casi gli allineamenti sono creati dalla natura, ma si nota anche fortemente la presenza della mano dell’uomo.
Pittura rupestre
Scoperta nel 2011 aumenta in modo considerevole l’importanza del sito perché le pitture rupestri nel nostro Paese sono rarissime, ma soprattutto perché sarebbe la conferma che il RocceRé venne frequentato per un periodo di tempo che spazia nei millenni. Si ipotizza infatti un riferimento al periodo paleolitico e una conferma in tal senso potrebbe essere avvalorata da una datazione col radio-carbonio, in quanto la pittura presenta materiale organico.
Con questa scoperta il sito archeologico RocceRé ha varcato i confini nazionali: nel maggio 2013, la pittura è stata presentata all’assemblea mondiale dell’IFRAO, negli Stati Uniti in New Mexico, da parte del Centro Studi e Arte Rupestre di Pinerolo: viene interpretata come una figura antropomorfa con le grandi mani alzate (elemento tipico delle raffigurazioni riferibili al periodo paleolitico), oppure una figura zoomorfa con grandi palchi cervidi posti sopra il capo.